lunedì 19 maggio 2008

La diplopia e la visione binoculare dello spazio

Nel 1972 il Dr. Bela Julesz presentò gli RDS, o Random Dot Stereograms, dimostrando che la visione della profondità è fondata sul sistema convergenza-disparità. Si tratta di una coppia di disegni che se guardati in diplopia, cioè guardando oltre i due disegni fino a vederne tre, l'immagine di mezzo, essendo la combinazione delle due, è stereografica e mostra il rilievo.









Gli oggetti che si trovano nell'area di Panum vengono fusi e visti in tre dimensioni. La fusione è la deformazione delle due immagini da parte del cervello per farle combaciare. Ciò è messo in evidenza dal seguente disegno stereografico, che a tal fine usa colori diversi.








Nella stereografia si ha, partendo da sinistra verso destra: la prima immagine è la nera; la seconda è la combinazione della nera con la rossa; la terza è la combinazione della rossa con la verde; la quarta è la verde. Dato che si vengono a sovrapporre disegni diversi, dato che i due disegni combaciano, vuol dire che c'è stato un adattamento operato dal cervello.

Ciò che sta fuori dall'area di Panum viene visto in diplopia ed è ciò che si vuole indagare con il presente lavoro al fine di chiarire il ruolo della diplopia nella visione della profondità. Esistono due tipi di diplopia: la diplopia omonima riguarda gli oggetti che sono oltre l'area di Panum, riguarda gli oggetti che si trovano più lontano del punto di vergenza; invece la diplopia crociata si riferisce agli oggetti più vicini rispetto al punto di vergenza e si chiama così perché l'immagine di destra è vista dall'occhio sinistro e viceversa, cioè c'è un incrocio dei raggi visuali.

Facciamo un disegno in cui disponiamo una griglia ortogonale di punti equamente distanziati, sia in verticale come in orizzontale, composta da 25 colonne e da 15 righe:













Poi disegniamo dei quadratini di tre colori come il seguente disegno:












Guardando il disegno in stereografia, quando guadiamo i quadratini azzurri vediamo quelli verdi e neri in diplopia crociata, in quanto più vicini del punto di vergenza; al contrario guardando i quadratini neri vediamo quelli verdi e azzurri in diplopia omonima perché più lontani del punto di vergenza. Dobbiamo vedere se, in relazione alla percezione della profondità, c'è differenza tra quella omonima e crociata. Iniziamo da quella crociata soffermandoci sui quadratini azzurri. Muovendo lo sguardo, saltando sempre negli azzurri, ci accorgiamo, non cambiando piano di vergenza, che delle linee immaginarie in profondità uniscono i quadratini neri, verdi e azzurri, come in una prospettiva.















Questo significa che la diplopia crociata genera stereopsi di primo livello, crea uno spazio in cui gli oggetti hanno una collocazione precisa nella dimensione della profondità.

La stessa cosa non succede guardando i quadratini neri. Guardando questi vediamo quelli verdi e azzurri in diplopia omonima. Muovendoci nel piano dei neri non vediamo nessuna linea immaginaria che unisce i quadratini neri, verdi e azzurri. Ciò significa che questi non hanno una collocazione precisa in profondità. Ciò mi fa concludere che la diplopia omonima dà luogo ad una stereopsi di secondo livello, ad una profondità grossolana che invita ad andare oltre.

Nessun commento: